31 agosto 2016

vita di Gfamily


Pensieri sparsi, fuggiti dalle loro gabbie.

Megamind ha fatto un account di posta elettronica. Cucina da solo e vuole postare dei filmati in cui commenta delle cose  su YouTube. (nota per me: non proibire ma vigilare)

WonderWoman e CatWoman  hanno imparato a fare verticali, spaccata, ruota e ponte ed altre cose che io mai.

Le ho costrette a imparare a memoria la versione cattolica di andiamo a comandare che recita ci andiamo a confessare ed ora la canta anche SuperMario e mi fa sbragare.

Vorrei ma non posto è stata messa all’indice. Possono cantarla solo col labiale.

SuperMario sa mettersi le scarpe da solo, ti fissa dritto negli occhi e chiede minaccioso se la scarpa è giusta.

Ritornati dalla montagna, sono come cavallette rinchiuse in un barattolo. Sarà la legge del contrappasso per tutte le poverine costrette per settimane nel barattolo della nutella.

Il Gmarito ha deciso che ora basta, deve remare contro la corrente del decadimento fisico perciò mangerà solo pollo e farà almeno mezz’ora di ellittica ogni sera.

La gatta Mia gioca a biliardino, alla sera. Ci salta dentro e fa gol con la pallina, che è meglio di me.

Io.

Io alla mattina mi alzo (e già questo è un successo), preparo merende, monetine per il bar, cambi, tazze sul tavolo e porto (ma a volte il Gmarito, porta) Catwoman, SuperMario e WonderWoman al campus estivo, lasciando Megamind dormire perché lui è grande e può stare a casa da solo.

Arrivo al lavoro, guardo un attimo il corriere on line, comincio a lavorare con almeno due rinforzini di caffè. Il lavoro è ancora poco, che è ancora estate, arrivo faticosamente alle 11.00 e poi improvvisamente mi viene una sincope, perché mi sovviene che ho un figlio a casa solo, e che io non so cosa stia facendo, e soprattutto se è ancora vivo, dunque lo chiamo.

-MegaMind, ciao.-

-Ciao-

-Sono la mamma-

-Sì.-

-Tutto ok?-

-Sì.-

-Cosa stai facendo?-

-Sì. No, cioè: ho fatto i compiti e adesso sto guardando il computer.-

-Guardando il computer. Lo guardi spento, o acceso?-

-Acceso-

(Era una battuta, ma lasciamo perdere.)

-sì, e.. ma..cosa guardi al computer?-

Donne nude? Documentari terrificanti? Chat con pedofili?

-Dei filmati-

-CHE filmati- Maschero con perizia la mia preoccupazione per “dei filmati”.

-Documentari di animali-

(respira, respira, ha 12 anni e guarda ancora documentari di animali)

-Ok. Poi a casa magari mi racconti, eh. E per il resto, come va?-

-si.-

-si, cosa?-

-si, bene-

Vabè. Io chiedo: hai mangiato? hai fatto la doccia? Era buono il sugo? Lui monosillaba sempre sì, io in fondo ho verificato che anche se sembra lobotomizzato, è vivo, e riattacco.

E faccio un sospiro.

Posso rilassarmi. No, aspetta….

E il Gmarito? Sono le 11.20 e non l’ho ancora sentito, è andato in macchina? Sì, bene almeno ci sono meno rischi di attentati rispetto alla metropolitana.

Lo chiamo. Non risponde. Gli mando un what’sup. Non segna neanche la doppia spunta.

OhMMMMyGod! E se ha avuto un incidente?

Digito su Google: autolaghi-incidenti-oggi

Leggo: “incidente mortale su autolaghi”

Ommioddio! Ecco! Era meglio se andava in metropolitana! Mi scorrono davanti immagini di vedove con quattro figli, due dei quali sono diventati gay a causa della mancanza della figura paterna.

Poi il Gmarito chiama.

Era in cesso.

 

Ecco, poi vado a casa, dove Megamind sta disegnando dei mostri bellissimi, o costruendo astronavi lego, o facendo un video di se stesso in cui fa l’idiota, e assieme andiamo a prendere i suoi fratelli al campus. Ci accalchiamo tutti e 5 in macchina, sudati e sporchi (loro).
 

La scuola non è iniziata, ancora niente impegni pomeridiani, è una mezza vacanza, si cena in veranda, con la candelina che mi ostino ad accendere per ingannare la mia voglia di una estate infinita.

Alle 21,30 mi cala una piomba pazzesca, ma tengo duro, che devo sistemare la cucina, e poi io e il Gmarito, sopravvissuto ad attentati, incidenti mortali ed altre calamità che devo ancora immaginare, ci facciamo mezz’ora ciascuno di ellittica.

E poi il riposo dei guerrieri.

Ecco. Le giornate prescolastiche della Gfamily.

29 agosto 2016

A volte si perdono cose, altre volte, case.


Le cose perdute.

Le cose si perdono continuamente.

Le madri vengono continuamente interpellate per ritrovare cose, peraltro di cui non sospettavano nemmeno l’esistenza. E con delle dimensioni lillipuziane, possibilmente. Oppure oggetti che tu consideri spazzatura e sono stati certamente fagocitati dall’aspirapolvere.

-          Mamma, dov’è la scatolina con dentro l’ala della coccinella morta che abbiamo trovato l’anno scorso?

-          Mamma, DOVE HAI MESSO le piccole mine spezzate delle matite che avevo conservato sulla scrivania?

-          Dove sono i ritaglini di carta triangolari che ho lasciato sul pavimento?

(I padri, misteriosamente, no. I padri vengono interpellati per avere informazioni come: qual è la città con lo Stadio più grande al mondo? Quanto pesa l’elefante? Quanti maschi nascono all’anno in India? Quanto si guadagnerà al mese nel 2023?. Cose che oggi sono facilmente reperibili si Wikipedia, e che solo una generazione fa le risposte richiedevano vero impegno)

A me dicevano da piccola che la casa nasconde ma non ruba, ma in casa nostra no. Vi è un luogo invisibile in cui vagano come anime perdute coccinelle rinsecchite, 2500 calzini spaiati, accendini, l’unico paio di mutande della perla che possedevo, teste di omini lego.

A volte passo ore (no, non esageriamo, interi minuti) a cercare quelle insignificanti cose perdute delle mie figlie. Senza alcuna speranza. Pur sapendo che per i Fantastici quelle cosette assimilabili alla spazzatura, sono personaggi irrinunciabili nella scena immaginifica della loro infanzia.

E’ che le cose, si perdono, continuamente.

A volte si perdono cose, altre volte, case.

Una volta c’era la casa dei nonni a Nervi. Con il corollario di odori e oggetti multicolori, a volte tenuti assieme dal mastice del nonno C.A.
C’era il passaggino che portava dal cortile alla passeggiata sul mare, e che costeggiava la ferrovia e noi bimbi ci fermavamo ad aspettare il treno, mentre i genitori di turno cercavano di farci fretta. C’era la terrazza con le piante grasse e il tavolino, c’era il giardino della casa di sotto dal quale rubavamo i mandarini cinesi usando una corda col cappio, c’era la stampa di Klee, la cucina col piano in marmo e una miriade di carrellini con ruote, le coperte con stampata la faccia della tigre, le conchiglie, i bicchieri di vetro colorato.

Poi un giorno quella casa non c’è più. La perdita caratterizza l’oltrepassare la soglia della maturità.

E tutti quegli oggetti, anche se fisicamente fossero ancora al loro posto là, in quella casa, non esisterebbero più perché il loro mondo è finito.
 
E non c’è niente che riparerà a questa perdita, finchè non avremo la certezza che noi siamo (anche) il risultato di tutte quelle immagini, suoni, oggetti, ed odori.

Nel frattempo noi, con le nostre azioni, creiamo altri mondi, per qualcun altro, inconsapevolmente.

26 agosto 2016

cose dette



Frasi dei Fantastici, da ricordare. Divertenti, commuoventi, logiche.
1)     La matematica nel Mondo di Iridella.
WonderWoman:- Uuuuuh! Andiamo all’autogrill!! Chebbello! Potrei comprarmi qualcosa! Ho 15 euro!-
La madre:- Non te lo consiglio, Wonder, in autogrill costa tutto il doppio!-
WonderWoman:- Ah! Allora 25 euro!-
(Non so che ragionamento abbia fatto, preferisco non indagare, in ogni caso 25 non sarebbe nemmeno il doppio di 15.)
2)      Zii ex militari: logica grammaticale ferrea.
Megamind sta giocando coi soldatini, assieme a SuperMario. Arriva la zia Julia, e domanda:- Belli quei soldatini, Megamind! Sono tuoi, o degli zii?-
Megamind risponde: - Erano DEGLI ZII.-
Interviene SuperMario: -Ah! E quand’è che sono diventati DEI SOLDATINI?-
Ammetto che ci ho messo 5 minuti buoni per capire.
3)      Tragiche delusioni. Diventare grandi.
WonderWoamn, due giorni fa.
-Mamma, voglio andare SUBITO in paradiso!-
La madre:- perché?!?-
Wonder:- Perché il mondo non è come mi aspettavo: gente che vuole ucciderci, terremoti, persone che muoiono!-
CatWoman, due giorni fa:- Ma tutti quei bambini che sono rimasti senza genitori per il terremoto…non possiamo adottarli noi?-
4)      Nonni solitari.
SuperMario guarda il Nonno Mammolo che gioca a carte.
-Con chi giochi nonno?-
-Sto facendo un solitario, vedi?-
-Ah, ho capito. Stai giocando con il tuo amico immaginario!-

24 agosto 2016

pro-memoria



Promemoria per l’anno prossimo, da leggere prima di partire per le vacanze in montagna
1)Ridurre l’abbigliamento dei bambini alla metà esatta.
Escluse le mutande.
Per rotolarsi nei prati, saltare nelle pozzanghere, sbrodolarsi di bomboloni alla marmellata (che il nonno porterà SOLO A LORO, accidenti a lui che in tutta la mia infanzia mai che me n’abbia preso uno), cospargersi di terra, fare body painting coi gessetti, non occorrono vestiti puliti. La battaglia contro l’aspetto zingaresco dei miei figli è persa in partenza.
Poi nel mondo social si dice che i bambini sporchi sono i più felici, dunque, siate molto felici. E riduciamo tutti i quattro ad una sola valigia.
2) Non far fare gli zaini ai Fantastici. Assieme ai libri di scuola porteranno cose come: 4 borsette, 5 portafogli, trucchi, la valigia del mago, due mitragliatori, una ruspa scala 1:2
3) evitare collane, orecchini, vestiario con l’intenzione di fare alcun abbinamento cromatico. La pigrizia o il clima avverso vinceranno dopo il secondo giorno.
4) non guardare le previsioni meteo per capire cosa portare, tanto il clima ti tradirà a dispetto del riscaldamento globale
5) evita ogni buon proposito. Ricordiamo la classifica dei più mirabolanti buoni propositi degli ultimi 5 anni:
                -mi alzerò ogni mattina prima di tutti per fare una salutare passeggiata nella natura
                ( Megamind…non è che mi fai il caffè che la mamma tra …mmmm….45 minutini si alza?”)
                -andrò a correre (questa è esilarante)
                -farò magnifici lavoretti con i bambini utilizzando i meravigliosi doni della natura
(“No CatWoman, non è il caso che porti queste 4 pigne e tre rami di abete e questo vasetto pieno di     cavallette vive in casa. Grazie. Vai. Pure. Ad arrampicarti scalza su quell’albero”)
                -Farò una (qualsiasi) dieta e tornerò tonica e magra e abbronzata
                (“passami un’ altra fetta di strudel. Sì la terza. Beh, sono solo mele, scusa. Praticamente”)
                -Visiteremo quei 4 castelli, andremo al MUSE, e a visitare l’antico eremo.
(“Guarda come giocano felici nel prato coi loro amici, i Fantastici. Non sottraiamo loro questo edificante momento relazionale. Adesso vado a fare un sonnellino.”)
                -Mi darò alla cucina, che avrò tempo.
                (“Prendi la polenta. Quella precotta, please”)
6) portare sempre e comunque dei libri thriller con cui isolarsi
                (“ora non posso. DEVO leggere”)
7) prepararsi a sviluppare un udito selettivo nei confronti delle corvèe materne sull’organizzazione/pulizie/gestione della casa di vacanza.
                (uso dei copriletti, abbinamento cromatico dei cuscini, numero di lavatrici, disposizione estetica dei bidoni per la raccolta differenziata, metodologia di rifacimento dei letti)
8) comprare un pacco formato comunità di piatti usa e getta, che l’anno prossimo non ho intenzione di passare ore a lavare piatti in ceramica da mezzo chilo l’uno, con sotto scritto ESERCITO ITALIANO.

e....foto.