31 luglio 2015

zolfanelli

Il mio carburante è avere un progetto. In assenza di un progetto divento la regina delle larve, divento l’alga mucillagine di Cesenatico, mi svuoto come un palloncino usato, sono fiacca come Panda allo zoo. Alla fine mi basta poco, fare una casetta di cartone con lo scatolone, disporre i fiori in un vaso, fare una torta, cambiare di posto ai mobili. Ma è come lo zolfanello della piccola fiammiferaia, un attimo di luce, tutto sembra trasformato, e poi si consuma e si ripiomba nell’inverno.
I bambini sono annoiati. I parchi sono impraticabili. Megamin ha passato l’età del parco, le femmine sembra che senza amichette non possano più vivere, ma ovviamente sono quasi tutti in vacanza, e poi quando le invito sperando che si autonomizzino, è tutto un: mamma posso dipingere? Mamma facciamo una torta? Mamma possiamo fare le pozioni magiche e gli esperimenti con cose che sporcano tutta la casa? Cose-insomma- che richiedono la mia presenza. Quando arrivo a casa, finchè sto in cucina a fare delle cose ordinarie e pallose da casalinga, va tutto bene. Appena mi siedo al computer, arrivano come api sul miele, o mosche sulla…, ahem.
-Mamma cosa fai? (cerco di evadere senza dovere scappare col primo treno, amore)
- Devo lavorare un po’-
Mamma posso guardare ?(no, perché tu guardi con le mani.)
-Si, ma non puoi guardare un bel film? Che ti annoi meno?-
-Mamma posso disegnare? ( se tocchi quella tavoletta grafica sei morto, quella tavoletta è il più bel regalo mai ricevuto in vita mia, quella tavoletta è come braccio, quella tavoletta è la mia Porta Blu)
-No, non puoi. Spostati che mi stai addosso-
- Mamma  facciamo un puzzle? (sono 5 anni che non fai un puzzle, sono 5 anni che ti prpongo un puzzle, basta, ormai i giochi intelligenti li abbiamo archiviati)
-Fai un puzzle ti, AMORE, che sei bravissima-
Mamma, adesso cosa fai? (Pensavo di imbavagliarti e metterti dello scotch da pacchi sulla bocca)
-Lavoro, cerco di lavorare, amore. Vai a fare un po’ di compiti, che sei indietrissimo.
-E questo pulsante, cos’è?-(e’ il pulsante che se lo tocchi dà una scarica elettrica a 2000 watt ai bambini molesti)
- Vai a giocare con l’Ipad, che questi pulsanti non si toccano.-
Alla fine ci rinuncio, vado a stirare. Vado a fare lavatrici. Tanto, se non c’è un PROGETTO vero, che mi legittima, che mi fa ardere, alla fine non ho la giusta resistenza alle avversità.
La chiamano RESILIENZA, (nuova parola di moda) che io pensavo fosse una caratteristica della carta igienica, invece pare sia capacità di affrontare le avversità. Sono come una carta igienica di pessima qualità, io, tipo quella solo a due veli.
Poi, un giorno, arriva un bel progetto, e allora è come l’anfetamina. Non importa cosa mi separa dalla mia postazione pc, fossero anche 12 lavatrici, il dentista al pomeriggio, giocare a nont’arrabbiare, tollero tutto sapendo che, una volta tutti a letto, o davanti alla Tv, potrò essere libera.
Allora-quando arriva il progetto non è più uno zolfanello, divento una torcia umana, nessun ostacolo si frapporrà tra me e quel pc.
Divento una madre orribile, dal mio punto di vista: (sì, amore, vai a guardare pure 5 ore di TV, sì amore, puoi dormire vestita, sì amore, mangia pure un gelato dopo che ti sei lavata i denti). Tutto, pur di lavorare al PROGETTO. Dal punto di vista dei bambini, non so semi vedono come una madre splendida. O schizofrenica.
Resisto come i rotoloni regina.
Ed ora ho un progetto.

Son tutti cacchi vostri.

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