4 novembre 2015

La malattia e il mistero

Dedico questa poesia ad una persona molto malata, ed al mistero con cui, suo malgrado, illumina le nostre vite.

Quelli che vengono
stanno alla tua porta
e bussano.
Il tuo nome, allora,
è la chiave dorata.
Non può essere inutile suono muto.
Il tuo nome è la tua anima intatta.
E non è concesso
smettere di bussare.
Smettere di chiamare.
Chiamano i volti, dalle fotografie.
Chiamano i fiori senza profumo, dal vaso.
Chiamano gli oggetti, raccontando storie segrete.
E tu ci sei.
Ti affacci soltanto, talvolta,
come alle finestre di grandi stanze sconosciute.
Come una falena ti lasci incantare
Alla luce di un volto sacro.
Ci sei in un modo,
che esige soltanto

di essere amato.

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