11 ottobre 2012

sweet dreams-dedicato a Peter S.G.

Questo blog è nato quando mi sono presa un svarione.
Il rischio dello svarione c'è ad ogni curva della (mia) vita. Anche ad ogni dosso o cunetta. Anche sui rettilinei, direi.(Forse non è la strada il problema, ma la conducente).
Anche adesso, direi che devo guardar bene la strada.

Dicono che i sogni non siano altro che immagini impazzite, rifiuti visivi di emozioni scartate dal cervello. E che la nostra mente, che è programmata per dare senso a tutto ciò che la sollecita, organizza in eventi concatenati, in racconti, in storie.

La nostra mente non accetta il NON senso.
E nemmeno la nostra anima.

Anche da svegli, la vita vera, le ore, i giorni, possono essere solo frammenti, senza un senso. Senza una colonna sonora che dia loro un senso.

Penso a delle immagini banali e prosaiche. Che so, la casalinga che pulisce il bagno. Un uomo che prende l'autobus. Un ragazzo che scende dal letto. Un tavolo apparecchiato.Uno che porta fuori la spazzatura. Un tombino.
Se le riguardo con una musica di sottofondo hanno acquistato senso. Allegro. Drammatico.Divertente. Eroico. A seconda della colonna sonora scelta.

Ecco, tutto sta nel scegliere la colonna sonora giusta.
Qualcosa che unisca.
Che dia ordine.
Una colonna sonora per tutte le ore snocciolate a fare cose orribili, o puzzolenti, o noiose o mediocri.

(Sapendo che c'è un Compositore che fa sempre musica buona per ogni nostro istante. E escludendo decisamente i Radiohead)


Non mi rompete sugli errori di ortografia che scrivo allattando

Ed ora un post d'antan:


lo zio cenerentolo

Per chi legge il mio blog da un pò sa-o forse non sa-(chi si ricorda cosa ho scritto 200 post fa?) che ho 4 fratelli, di varie dimensioni e specie. Lo zio G., avvocato, scapolo ancora per poco (anni37), lo zio Pigna (anni 33), zio d'America che se ne sta in Kentachi (scrivo come si pronuncia, perchè sono misanglofa) a curare gli alberi e fraternizzare con tarantole, la zia A, avvocato-vizio di famiglia- (anni 28), che è uscita da poco di casa, scapola pure lei, con una recente passione per crauti e Goethe; e lo zio Peter (anni 21) studente e provvisoriamente lavoratore a Milano Marittima, nota meta turistica della Bologna-bene (e anche un pò male).
Lo zio Peter, non essendoci più il servizio militare che tempra l'uomo rendendolo più maschio, all'inizio di una estate che si sarebbe prospettata un deja-vu di noia e vuoto, ha preso un rovente treno interregionale straripante di adolescenti in infradito e telo mare sotto il braccio, e si è diretto verso la Riviera.
Adriatica.
Sotto il braccio un blocco di curriculum molto brevi ma con una sua fototessera che prometteva meglio di qualsiasi esperienza lavorativa.
E poi, tra Rimini, Cattolica e Milano Marittima, ha scandagliato pensioncine ed alberghi e ristoranti.
Finchè un bel giorno ha trovato finalmente lavoro in un Albergo extra lusso di M. Mttima, come uno dei tanti lavoratori stagionali, un popolo di invisibili mercenari disperati e spesso extracomunitari.
Ha avuto inizio il suo pseudo servizio militare condividendo una topaia puzzolente con slavi e bulgari e cecoslovacchi, imparando pure a distinguerli dall'accento e dal taglio di capelli. I pochi italiani, tutti napoletani.
Lo zio Peter ha imparato alcune cose. Cosa sia una lavatrice (l'unico problema è che forse quando tornerà a casa cercherà di infilarci dentro un gettone).
Come si lava un pavimento.
Quanto sia buono un piatto di pasta asciutta al dente.
Che se studiava l'inglese di più era meglio.
Lo zio Peter è diventato un Cenerentolo. Serve ricchissimi Magnati russi che prenotano suite di 100 metri quadri con piscina in camera e Russa nuda incorporata, e dorme in una catapecchia sporca e desolata tanto quanto un camino spento sporco di fuliggine. Se ha del tempo libero fa il bucato delle sue due sole divise da pinguino, e lava il pavimento della sua cameretta togliendo qualche strato di sporcizia depositata da varie generazioni di lavoratori stagionali. Forse fa anche amicizia con le pantegane del luogo che gli portano qualche pezzetto di parmigiano stagionato 48 mesi rubato dalla dispensa.
E mentre ricchissimi ospiti sbafano caviale e champagne e aragosta e piadina romagnola appena sfornata, lui in mensa mangia tutti i giorni pasta molle al pomodoro e petti di pollo, e fa colazione con le brioches avanzate del girno prima, dai piatti dei ricchi.
Ma quando indossa la sia divisa lo zio Cenerentolo si trasforma in un perfetto e fascinoso e giovane ed abbronzato inserviente d'albergo, e il direttore quando lo ha guardato  gli ha detto: due regole. Sempre gentile anche con gli stronzi, e non sedurre le ospiti dell'albergo. (E possibilmente nemmeno farsi sedurre da vecchie ingioiellate, rugose ma con le tette finte).
Lo zio Cenerentolo lo sa. E' diventato più uomo. Quando sarà pronto lascerà una scarpa nr 41 in ascensore in attesa che una ereditiera possibilmente giovane e bella se lo carichi sulla sua Ferrari rosa e se lo porti via.
Oppure, terminata la stagione, ricomincerà l'università.
Giurisprudenza.
E' un vizio di famiglia.


settembre 2011

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